World Challenge Pulpit Series

Attendere presso la vasca


Indice documenti (italiano) + Iscrizioni + Copyright + Menu Multilingue

di David Wilkerson
13 Luglio 1987
__________

Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici.” (Giovanni 5:2).

La vasca di Betesda aveva qualcosa di insolito per il fatto che i giudei l’avevano fatta diventare una sorta di luogo sacro. Essa era apparentemente alimentata da un corso d’acqua sotterraneo ed in alcuni periodi l’acqua veniva rimescolata; questo inspiegabile agitamento dell’acqua veniva attribuito ad un invisibile angelo che vi lasciava un potenza guaritrice all’interno, per cui la prima persona inferma che vi fosse entrata sarebbe stata guarita.

La vasca era diventata una specie di Lourdes per i giudei, quindi moltitudini di storpi, paralizzati e mutilati erano lì raccolti per attendere che l’acqua si muovesse, sperando di  poter essere la persona fortunata. Alcuni dotti avevano suggerito di costruire i cinque portici per proteggere le moltitudini che erano accampate intorno alla vasca. La Parola dice che vicino alla vasca “giaceva un gran numero d'infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici, i quali aspettavano l'agitarsi dell'acqua” (Giovanni 5:3). Io credo che Giovanni stesse semplicemente attestando una tradizione dei giudei, quando scrive: “perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l'acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l'acqua era stata agitata era guarito di qualunque malattia fosse colpito.” (Giovanni 5:4)

Credo che Giovanni scrivesse di questa tradizione giudaica proprio come i giudei credevano che fosse – per esporla nella sua debolezza e limitazione e compararla all’assoluto e totale potere di guarigione di Gesù Cristo.


Il rimescolamento delle acque deve
aver creato per reazione un’assembramento


Io non servo un Dio che possa aver causato una così orribile scena di egoismo e di disprezzo nel ferire altri esseri umani. Probabilmente solo i forti, i maleducati, gli egocentrici potevano spingere e farsi strada a spallate per avere un posto il più vicino alla vasca; i ricchi, gli importanti potevano forse far scansare i poveri per farsi largo. Quelli con gli amici più forti ed in salute potevano presumibilmente intromettersi di prepotenza tra i poveri storpi per immergere i loro amici per primi dentro la vasca. Certamente solo i più agili ed attenti potevano raggiungere per primi l’acqua.

Sono stato sopraffatto dall’orrore per quello che ho visto una volta nell’area di parcheggio al di fuori dell’auditorio, dove Kathryn Kuhlman stava conducendo una riunione di guarigione. I parcheggiatori non riuscivano a controllare gli autisti che cercavano di scansare gli altri per riuscire a prendere il posto davanti ad un altro. Alcuni paraurti si toccarono rumorosamente. A miss Kuhlman probabilmente non venne mai detto nulla, altrimenti ne sarebbe stata mortificata. Che ingordigia da parte di alcuni, così egocentrici, i quali guidavano per essere certi di essere davanti agli altri per poter prendere un buon posto durante la riunione di guarigione. Alcuni di questi guidatori così intraprendenti debbono aver pensato che il fine giustifica i mezzi, dopo tutto lo stavano facendo nell’interesse di una madre molto ammalata, di un bimbo storpio, un amico o un parente che stava per morire.

Tale doveva essere la scena quando si sentiva gridare: “L’acqua, presto! Si sta muovendo!”. Che corsa pazza doveva verificarsi; le speranze infrante dei più deboli e bisognosi venivano però infrante, perché qualcun altro più pronto ci entrava per primo. Un povero storpio aveva udito quel grido per 38 anni; non aveva alcuna possibilità, quando era riuscito a trascinare il proprio corpo paralizzato per pochi metri era già molto. Un altro era entrato nella vasca prima di lui e non c’era più alcun potere che lo potesse aiutare.

No, Gesù non ha parte alcuna in questa vasca che assomiglia ad una ruota della fortuna! Nessun dubbio che alcuni fossero stati guariti – come lo sono stati a Lourdes ed in altri luoghi sacri in tutto il mondo. Dio ha fatto il corpo umano con dentro di sé un meraviglioso potere di guarigione, spesso messo in atto dalla speranza e dalla fede. Qualcuno può aver creduto veramente in Dio ed è stato miracolosamente guarito; tali persone che sono state guarite non sono in questione, ma ogni guarigione può solo creare più angoscia e perdita di speranza per coloro che sono bisognosi, che hanno atteso a lungo invano e che vengono da molto lontano, questi possono esserne veramente devastati.

Se i sacerdoti ingordi di denaro stavano comprando e vendendo dentro il tempio, potete immaginare come debbono aver predato queste persone indifese. Credo che ci siano stati venditori di cibo, bancarelle di souvenir, venditori di coperte e tutti gli altri articoli religiosi. Ovunque ci sia una moltitudine, li ci sono ladri religiosi e venditori ambulanti, la stessa cosa avviene oggi. Gesù deve essere stato atterrito dalla bruttezza di tutto ciò.

Gesù stava venendo dal pozzo di Sicar, dove aveva rivelato ad una donna samaritana che Egli Stesso era l’Acqua di Vita. Quell’acqua di vita che guariva non era nella vasca, ma dentro il cuore per fede: “… una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna” (Giovanni 4:10-14)

Dobbiamo comprendere che ogni povera anima che giaceva vicino a quella vasca aveva qualcosa di meglio da fare che stare a guardare il movimento dell’acqua. Avevano le preziose promesse di una Dio d’amore che aveva provveduto la guarigione a tutti loro. Avevano Mosè ed i profeti, ed avevano anche i gloriosi salmi di Davide.

Quale più grande promessa di questa che Dio aveva dato tramite Mosè: “Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce».” (Esodo 15:26). Da Davide, il salmista: “Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità” (Salmi 103:2,3). Ed i profeti: “Io infatti non voglio contendere per sempre né serbare l'ira in eterno, affinché gli spiriti, le anime che io ho fatte, non vengano meno davanti a me. Per l'iniquità della sua cupidigia io mi sono adirato e l'ho colpito; mi sono nascosto, mi sono indignato; ma egli, ribelle, ha seguito la via del suo cuore. Io ho visto le sue vie, e lo guarirò; lo guiderò e ridarò le mie consolazioni a lui e a quelli dei suoi che sono afflitti.” (Isaia 57:16-18). “Diranno: «Venite, torniamo al SIGNORE, perché egli ha strappato, ma ci guarirà; ha percosso, ma ci fascerà.” (Osea 6:1). “Guariscimi, SIGNORE, e sarò guarito; salvami, e sarò salvo; poiché tu sei la mia lode.” (Geremia 17:14).

Questa moltitudine invalida era spiritualmente cieca verso la Parola di Dio; essi non giacevano storpi e mutilati in quel luogo perché erano tutti degli orribili peccatori; quando Gesù venne interrogato dai Suoi discepoli a proposito di un uomo cieco dalla nascita, Gli chiesero: “…Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” (Giovanni 9:2). Gesù rispose: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui.” (Giovanni 9:3). Non c’è alcun dubbio che il peccato abbia portato malattia ed infermità su molti di loro, ma non su tutti. Dio avrebbe potuto ricevere una gloria più grande se avessero guardato verso la Sua Parola ed avessero agito con la stessa fiducia in quello che Egli aveva promesso, come stavano facendo cercando di entrare per primi dentro la vasca.

Secondo le Scritture erano in attesa per la cosa sbagliata! Gli era stato detto di fare affidamento sul Signore e sulla Sua parola soltanto. “Io aspetto il SIGNORE, l'anima mia lo aspetta; io spero nella sua parola. L'anima mia anela al Signore più che le guardie non anelino al mattino, più che le guardie al mattino.” (Salmi 130:5,6). “Solo in Dio trova riposo l'anima mia; da lui proviene la mia salvezza. Lui solo è la mia ròcca e la mia salvezza, il mio alto rifugio; io non potrò vacillare. Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia ròcca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmi 62:1,2,5,6).

Gesù si avvicinò ad un uomo che giaceva infermo presso la vasca. “Là c'era un uomo che da trentotto anni era infermo. Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?»” (Giovanni 5:5,6). Questo paralitico senza nome ha molte facce e rappresenta moltitudini di cristiani infermi che sono in condizioni disperate. Gesù sapeva quello che passava nelle menti di ognuno di queste povere anime smarrite; proprio come Gesù conosceva cosa stava pensando la donna al pozzo, Egli sapeva cosa quest’infermo stava pensando. “E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto.” (Ebrei 4:13). Forse egli era il più debole ed il più bisognoso, con la più lunga infermità tra tutti loro. Gesù andava sempre dove più grande era il bisogno; sicuramente trentotto anni di speranze svanite, insopportabili sofferenze e solitudine, avevano richiesto un pesante sforzo da parte sua.

La debolezza si manifesta in molti modi; può essere fisica, spirituale, mentale o tutte quante insieme. Mentalmente o spiritualmente puoi essere tu quell’uomo accanto alla vasca! Sei in una situazione che sembra senza speranza e non vedi alcuna via d’uscita. Nessuno comprende realmente la profondità della tua sofferenza, nessuno sembra aver abbastanza attenzione da fermarsi ed aiutarti; non c’è alcun amico o persona amata che abbia tempo, amore o energia per comprendere davvero la ferita che c’è in te.

Penso alla prostituta nella Lower East Side a New York, che seduta su una panchina del parco stringe tra le proprie braccia una vagabonda. La mendicante era ammalata, piangente ma l’appariscente prostituta le stava accarezzando i capelli, mentre delle lacrime scendevano sulle sue guance, per il dolore che provava, dicendole: “Dolcezza, va tutto bene, sopravviveremo! Ti voglio bene! Non piangere!”

Date un bella occhiata a quell’uomo infermo e pensate agli anni di sforzi, alle ferite che si erano accumulate in lui a causa delle persone insensibili e noncuranti. Quante volte deve aver sollevato una debole mano verso coloro che si precipitavano a soddisfare i propri bisogni, gridando: “Qualcuno mi aiuti! Per favore! Non ci riesco da solo!”

Ci sono moltitudini di cristiani che sono spiritualmente senza aiuto ed infermi a causa di una prolungata battaglia con la lussuria o qualche peccato nascosto, che li hanno derubati della loro vita spirituale e della loro vitalità. Giacciono senza aiuto sul letto della depressione e disperazione, sperando sempre in un miracolo, attendendo qualcuno che smuova le cose e qualcosa accada! Spendono la loro vita aspettando quel miracolo che gli cambi la vita. Si trascinano di riunione di culto in riunione di culto, sedute di consigli, seminari raccontando ripetutamente la loro storia di dolore e sofferenza, ma non cambia nulla.


Perché Gesù chiede a quest’uomo infermo:
“Vuoi essere guarito?”


Non vorrebbe chiunque fosse in tale pietoso condizione essere guarito? Certamente il Signore aveva una buona ragione per fare questa domanda penetrante; essa presumeva che l’uomo non avesse avuto una volontà di essere guarito. Gesù sapeva che era stato in questa pietosa condizione per anni e quali sforzi erano stati spesi nel cercare aiuto, ma in questo particolare giorno di sabato Gesù gli chiese: “Vuoi veramente essere guarito?”

C’è un pericolo nel prolungare l’agonia ed il dolore: quello di arrendersi, abbracciare il dolore ed accettare le cose come vengono. I Puritani lo chiamavano “accarezzare il dolore”.

Una volta ho trovato un ragazzo che viveva in uno scantinato buio ed infestato dai topi. Il suo letto era un cumulo di stracci sudici. Viveva come un cane randagio ed era un eroinomane senza speranza. Lo portai nel nostro centro antidroga, gli diedi dei vestiti nuovi, un letto pulito, buon cibo e tanto amore ed evangelo. Era miserevole e presto tornò nella sua tana; più avanti ebbe a dirmi: “Tu la vedevi come un buco, ma per me era una casa. La dentro mi sentivo a mio agio, ci sono cresciuto dentro. Mi piace sentirmi solitario e libero; ti prego non cercare di cambiarmi”. Morì di epatite meno di un anno più tardi.

Chiesi ad un’anziana barbona che era in Greenwich Village di farmi contattare delle persone influenti per farla risiedere in un ospizio. Lei viveva nel parco, era obesa, ammalata e sembrava così disperata. “Per favore non farlo”, mi pregò. “ci sono stata ed avevo un letto ed una camera per me, ma ero così meschina! Dormivo per terra; sono abituata a farlo qui fuori, non mi ci abituerei. Grazie in ogni caso!”

La domanda del Signore implicava che l’uomo non fosse pronto ad affrontare la responsabilità che conseguiva il tornare sano. Ascoltate quale fù l’immediata sua risposta; invece di un gioioso, trepidante “Si, voglio essere guarito”, rispose: “…Signore, io non ho nessuno …” (Giovanni 5:7). Io la chiamo la sindrome del “non ho nessuno”; “nessuno ha cura di me”, “ la colpa è di qualcun altro”- sembra che l’amarezza sia cresciuta in lui, ed anche se tutte queste cose erano vere, aveva aumentato il suo problema. Non era solo fisicamente impedito, ma era degenerato mentalmente e spiritualmente a causa di tale amarezza, ho il sospetto che alla fine si sia arreso prima ancora di tentare di essere guarito.

È triste ma vero, che molte persone non possono sopravvivere senza i propri dolori e preoccupazioni; non sto parlando delle “molte afflizione del giusto” che affrontiamo a volte. Sto parlando di persone che hanno costruito l’intera loro vita sui dolori, afflizioni e sofferenze; si sono lamentati e parlato della loro situazione così spesso e così a lungo che se fossero guariti, non avrebbero altro su cui parlare; sono stati abbattuti e hanno borbottato così a lungo che ormai ne sono dipendenti. Nel caso fossero guariti, ciò significherebbe che dovrebbero imparare completamente un nuovo modo di vivere; dovrebbero imparare un nuovo linguaggio di speranza. Avrebbero la responsabilità di imparare ad essere gioiosi per incoraggiare gli altri.

Ma nessuno si occupa di te! Ma altri ti hanno ferito! Ma sembra che tu abbia passato i momenti peggiori, più sofferenti, più combattuti che chiunque intorno a te! Secondo la Parola di Dio tutto quello che hai sofferto può essere cambiato in qualcosa che porterà maggiore gloria al Signore. Attendi il Signore, riguarda alla Sua Parola e la potenza del Signore certamente si manifesterà in tuo favore, la tua liberazione sarà una testimonianza della grandezza del Signore. Ma coloro che rifiutano di volgersi al Signore, si volgeranno in se stessi! La sofferenza ha il potere di far volgere le persone verso un’invalidità piena di mormorii e incentrata su se stessa, che si crogiola nell’autocommiseramento. Come è miserevole vivere insieme a qualcuno di questi, perché misurano il vostro amore attraverso la vostra disposizione a soddisfare i loro dolori emotivi.

Ho visto la mia cara moglie attraversare lunghe lotte con il dolore, dal cancro alla rimozione di organi del corpo, fino alla mastectomia. Fu sopraffatta sia da dolori fisici che emotivi per anni; ci sono stati momenti in cui era sull’orlo di cedere completamente, per rifugiarsi in una sfera di intorpidimento. Ma nei suoi momenti di dolore estremo lei si volgeva al Signore; le era stata data una gloriosa promessa da parte della Parola e le stava aggrappata. Credendo al Signore, non volle domandare: “Perché me Signore?” anche dopo aver subito cinque operazioni per il cancro. Ella riconosceva Lui come prezioso, reale e sempre vicino in ogni cosa; tutto ciò la rendeva più dolce, più forte e più pura.


Quest’uomo fu sanato perché
obbedì alla parola del Signore!


“Gesù gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina».”  (Giovanni 5:8). Aveva sentito parlare di Gesù, forse si era entusiasmato alle storie che gli avevano raccontato su qualcuno che andava girando per quelle contrade, guarendo; probabilmente aveva sentito che lo stesso uomo aveva fatto schioccare una frusta nel tempio, cacciando fuori tutti i cambiavalute. Secondo il racconto di Giovanni questo era accaduto appena prima che Egli visitasse la vasca di Bethesda; certamente, però, quest’uomo non Lo conosceva, non aveva alcuna intimità con Gesù; non poteva riconoscerLo, essendo così intrappolato dalla sua infermità. Ma Gesù conosceva tutto di lui! Gesù gli venuto incontro nella sua miseria ed afflizione e la Sua misericordia stava per essere sprigionata da Lui! Gesù non voleva esaminarlo attentamente, non voleva rimproverarlo per la sua amarezza o per la sua autocommiserazione; il benedetto Signore era stato toccato  dai sentimenti verso l’infermità di questo povero fratello. In questo momento Gesù non fece nessuna richiesta morale; tutto ciò che chiese da lui fu se credeva alla Sua Parola e volesse agire secondo essa: “Alzati! Togli il tuo lettuccio! Cammina, vai via da questo luogo!”

Più tardi, dopo la sua guarigione,Gesù l’avrebbe incontrato nel tempio. Avrebbe sentito il comandamento del Signore di “Ecco, tu sei guarito; non peccare più, ché non ti accada di peggio».” (Giovanni 5:14), avrebbe conosciuto Gesù e creduto in Lui, ma ora, mentre giaceva vicino alla vasca senza aiuto e nella disperazione stava affrontando la più grande decisione nel corso di tutti i suoi dolorosi anni. Una Parola di speranza di resurrezione gli era arrivata! Era stato sfidato: Alzati per fede, sii sanato, accetta la vita oppure giaci  nell’autocommiserazione e muori completamente solo!

Cosa sarebbe accaduto se quell’uomo avesse continuato a giacere presso la vasca nell’incredulità, rifiutandosi di alzarsi, pensando dentro di sé: “Non funzionerà, sono stato inutile verso di Lui, non sono utile a nessuno! Perché dovrebbe Dio ad un tratto scegliermi in mezzo a questa moltitudine di infermi, per guarirmi? Grazie, Signore, per aver avuto abbastanza voglia di parlarmi, ma io sono destinato a morire in queste condizioni”. Gesù non avrebbe potuto aiutarlo; non lo avrebbe forzato ad alzarsi contro la sua stessa volontà. L’uomo doveva credere che era Dio all’opera, che le sue grida erano state ascoltate ed il momento della sua liberazione era giunto. Ora o mai più!


Questa bella storia è una vera rivelazione del
cuore di Dio pieno d’amore verso coloro che soffrono


“Gesù quindi rispose e disse loro: «In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da sé stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente. Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa; e gli mostrerà opere maggiori di queste, affinché ne restiate meravigliati.” (Giovanni 5:19,20). In sostanza, Gesù stava dicendo ai farisei: “Il Padre Mio voleva guarirlo, quindi Io l’ho guarito; Io faccio soltanto la volontà del Padre Mio”. Era la volontà di Dio, l’amore di Dio, il desiderio di Dio che quest’uomo fosse completamente sanato. Quando sei giù e sei debole è veramente difficile credere che Dio ti ami ancora! Quando gli anni sono stati sprecati, quando il peccato ha paralizzato il tuo corpo e la tua anima, quando ti senti indegno e senza valore verso Dio, ti meravigli del motivo per cui Lui ancora si prende cura di te. Quando la fede come quella di un piccolo fanciullo si affaccia per accettare quell’amore, andare per fede e dire: “Signore, alla tua parola io mi solleverò, uscirò da questa debolezza paralizzante e camminerò con Te!”

Non hai bisogno di comprendere tutte le dottrine sul pentimento, il peccato e la santità; non hai bisogno di conoscere Gesù in modo approfondito o significativo! Ci sarà il tempo appropriato per questo; tutto sarà fatto se decidi di fare il primo passo di obbedienza, alzandoti e volgendoti al Signore. “Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio.” (Giovanni 7:17).

Io credo che il grande amore e la misericordia di Dio sono rivelate in risposta al grido del cuore, non a qualunque grido, ma un grido verso il Signore, un grido per la liberazione, un grido di umiltà ed impotenza. Io credo che Gesù venga verso l’uomo in risposta ad un profondo ed agonizzante grido del cuore verso il Padre. La Bibbia ha molto da dire su questo grido proveniente dal cuore. “Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi.” (Salmi 18:6). “Molte volte li liberò, ma essi si ostinavano a ribellarsi, e si rovinavano per la loro iniquità. Tuttavia, volse a loro lo sguardo quando furono in angoscia, quando udì il loro grido” (Salmi 106:43,44). “Soffrivano, gli stolti, per il loro comportamento ribelle, e per le proprie colpe; l'anima loro rifiutava qualsiasi cibo, ed erano giunti fino alle soglie della morte. Nell'angoscia, gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Mandò la sua parola, li guarì e li salvò dalla morte. Celebrino il SIGNORE per la sua bontà e per i suoi prodigi in favore degli uomini!” (Salmi 107:17-21). Potete stare certi che un grido che si eleva a Dio dal cuore, avrà sempre una risposta attraverso una parola di guarigione che proviene dal cielo!

Nessuno si trova troppo lontano, con troppo peccato o senza speranza, se si vuole raggiungere Dio in Umiltà. La storia del malvagio re Manasse lo prova! La Bibbia lo mostra come uno dei più malvagi re d’Israele. È la figura dello sviato, dell’impotenza spirituale. Era proprio incredibilmente malvagio.

“Egli fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE seguendo le abominazioni delle nazioni che il SIGNORE aveva scacciate davanti ai figli d'Israele. Ricostruì gli alti luoghi che Ezechia suo padre aveva demoliti, costruì altari a Baal, fece un idolo d'Astarte, come aveva fatto Acab re d'Israele, e adorò tutto l'esercito del cielo e lo servì. Costruì pure altari ad altri dèi nella casa del SIGNORE, riguardo alla quale il SIGNORE aveva detto: «In Gerusalemme io porrò il mio nome». Costruì altari a tutto l'esercito del cielo nei due cortili della casa del SIGNORE. Fece passare suo figlio per il fuoco, si diede alla magia e agli incantesimi, e nominò degli evocatori di spiriti e degli indovini; si abbandonò completamente a fare ciò che è male agli occhi del SIGNORE, provocando la sua ira. Mise l'idolo d'Astarte, che aveva fatto, nella casa della quale il SIGNORE aveva detto a Davide e a suo figlio Salomone: «In questa casa, e a Gerusalemme, che io ho scelta fra tutte le tribù d'Israele, porrò il mio nome per sempre; e non permetterò più che il piede d'Israele vada errando fuori dal paese che io diedi ai suoi padri, purché essi mettano in pratica tutto quello che ho loro comandato, e tutta la legge che il mio servo Mosè ha loro prescritta». Ma essi non ubbidirono, e Manasse li indusse a far peggio delle nazioni che il SIGNORE aveva distrutte davanti ai figli d'Israele. Il SIGNORE parlò per mezzo dei suoi servi, i profeti, in questi termini: «Poiché Manasse, re di Giuda, ha commesso queste azioni abominevoli, e ha fatto peggio di quanto fecero mai gli Amorei, prima di lui, e mediante i suoi idoli ha fatto peccare anche Giuda, così dice il SIGNORE, Dio d'Israele: Io faccio venire su Gerusalemme e su Giuda tali sciagure, che chiunque ne udrà parlare rimarrà stordito. Stenderò su Gerusalemme la stessa cordicella usata per Samaria e la livella usata per la casa di Acab; e ripulirò Gerusalemme come si ripulisce un piatto, che dopo lavato si volta sotto sopra. E abbandonerò il resto della mia eredità; li darò nelle mani dei loro nemici, e diverranno preda e bottino di tutti i loro nemici, perché hanno fatto ciò che è male agli occhi miei; e hanno provocato il mio sdegno dal giorno che i loro padri uscirono dall'Egitto, fino a oggi». Manasse inoltre sparse moltissimo sangue innocente: tanto, da riempirne Gerusalemme da un'estremità all'altra; senza contare i peccati che fece commettere a Giuda, facendo ciò che è male agli occhi del SIGNORE.” (2Re 21:2-16).

“Ma Manasse indusse Giuda e gli abitanti di Gerusalemme a sviarsi, e a far peggio delle nazioni che il SIGNORE aveva distrutte davanti ai figli d'Israele. Il SIGNORE parlò a Manasse e al suo popolo, ma essi non ne tennero conto.” (2Cronache 33:9,10).

Poteva Dio ancora amare e perdonare un uomo così talmente malvagio? C’è ancora speranza per uno che si trova così lontano da Dio, così posseduto dal male e dalle tenebre? Si! Se lui cerca Dio, umilia se stesso, torna indietro e compie le giuste azioni.

Egli finì legato con catene, prigioniero in Babilonia. Che vivida immagine del salario del peccato, di cosa accade quando si dimentica il Signore e si lascia spazio a Satana. Manasse finì i suoi giorni senza alcun aiuto, come l’uomo che giaceva presso la vasca; ma in questa afflizione egli gridò e Dio l’udì, lo perdonò e lo ristabilì al suo posto.

Dio aveva perdonato e guarito un uomo che io trovo molto difficile da perdonare per quanto aveva fatto. “E quando egli fu angosciato, implorò il SIGNORE, suo Dio, e si umiliò profondamente davanti al Dio dei suoi padri. A lui rivolse le sue preghiere, e Dio si arrese ad esse, esaudì le sue suppliche, e lo ricondusse a Gerusalemme nel suo regno. Allora Manasse riconobbe che il SIGNORE è Dio. Dopo questo, Manasse costruì fuori della città di Davide, a occidente, verso Ghion nella valle, un muro che si prolungava fino alla porta dei Pesci; lo fece girare attorno a Ofel, e lo tirò su a grande altezza; e pose dei capi militari in tutte le città fortificate di Giuda. Tolse dalla casa del SIGNORE gli dèi stranieri e l'idolo, abbatté tutti gli altari che aveva costruiti sul monte della casa del SIGNORE e a Gerusalemme, e gettò tutto fuori dalla città.
Poi ristabilì l'altare del SIGNORE e vi offrì sopra dei sacrifici di riconoscenza e di ringraziamento, e ordinò a Giuda che servisse il SIGNORE, Dio d'Israele.

Tuttavia il popolo continuava a offrire sacrifici sugli alti luoghi; però, soltanto al SIGNORE, al suo Dio. Il rimanente delle azioni di Manasse, la preghiera che rivolse al suo Dio, e le parole che i veggenti gli rivolsero nel nome del SIGNORE, Dio d'Israele, sono scritte nella storia dei re d'Israele. E la sua preghiera, e come Dio si arrese ad essa, tutti i suoi peccati e tutte le sue infedeltà, le località dove costruì gli alti luoghi e pose degli idoli di Astarte e delle immagini scolpite, prima che si fosse umiliato, sono cose scritte nel libro di Ozai.” (2Cronache 33:12-19).

La parola di speranza, perdono, misericordia, amore e risanamento è venuta a te tramite questo messaggio. Grida a voce alta! Fai attenzione alla Sua parola, pentiti, quindi rialzati, cammina con il Signore e sii completamente sanato!

---
Permesso per l'uso concesso da World Challenge, P.O. Box 260, Lindale, TX 75771 USA.


Tradotto in Italiano da Carmelo D'Amico
Tutte le citazioni sono tratte da "La Sacra Bibbia Nuova Riveduta"
Copyright © 1994, Società Biblica di Ginevra / CH-1211 Ginevra


Indice documenti (italiano) + Iscrizioni + Copyright + Menu Multilingue

Informazioni sulla Chiesa di Times Square | Informazioni per i Nuovi Lettori


COPYRIGHT/LIMITAZIONI DELLA RIPRODUZIONE:

Questo file di dati è proprietà di World Challenge. Non può essere in alcun modo alterato od editato. Può essere riprodotto solo interamente per farlo circolare come "freeware", senza ricarichi. Tutte le riproduzioni di questo file devono contenere l'avviso del copyright [es., "Copyright (C)1987 by World Challenge"]. Questo documento non può essere usato per la rivendita o l'ampliamento di ogni altro prodotto senza il permesso di World Challenge. Questo comprende tutto il contenuto con l'eccezione di poche brevi citazioni. Per favore citate la seguente fonte: Copyright (C)1987 by World Challenge, Lindale, Texas, USA.

Questo materiale è da considerarsi unicamente per uso personale e non per essere pubblicato in altre pagine web. "The Lorain County Free-Net Chapel" detiene i diritti esclusivi da World Challenge per pubblicare questi messaggi nelle sue pagine web. Potete scaricare, copiare, stampare e ditribuire questo materiale, così come non potete pubblicarlo in altri siti Internet. È comunque possibile effettuare dei collegamenti ai messaggi di questo sito.


Questo sito è un servizio di
The Missing Link, Inc.®
Unire Giovani e Adulti in difficoltà con Programmi che Cambiano la Vita
Web site - http://misslink.org
Chapel Site - http://misslink.org/chapel2.html
World Challenge Pulpit Series di David Wilkerson - Pagina Multilingue
http://www.tscpulpitseries.org


Copyright © 1999 - The Lorain County Free-Net Chapel
North Central Ohio, U.S.A.

INIZIO PAGINA


Il nostro webmaster necessita dei tuoi commenti e suggerimenti
per il buon funzionamento di questo sito web.
Per favore comunicaci se qualcosa non funziona correttamente
(anche se non sei sicuro) o non lo sapremo mai!
Data ultimo aggiornamento: 17.07.2007

Perché Tarda il Risveglio/ "Aiuto!"/ Cosa c'è Qui/ Sponsor/ Dichiarazione di Fede/ Studi Biblici/ Intorno al Piano/ Bacheca/ Libreria/ Pulpit Series/ Cappella